Quanto è diffuso lo shopping compulsivo?

Una meta-analisi in corso di pubblicazione ha raccolto i dati provenienti da 40 ricerche condotte in 16 Paesi con un campione di 32mila volontari sul comportamento da acquisto complusivo. I risultati? Allarmanti.

Generalmente associato ai disturbi del controllo degli impulsi (Schreiber et al., 2011), lo shopping compulsivo è caratterizzato dal ripetersi di episodi nei quali la persona sperimenta un impulso irrefrenabile a fare acquisti che, seppur riconosciuti come inutili o eccessivi, non riescono ad essere evitati o tenuti sotto controllo. Il ripetersi degli episodi di acquisto compulsivo possono portare la persona a conseguenze dannose sul piano psicologico, finanziario, relazionale e lavorativo. Sebbene inserito solo recentemente dall’APA tra i disturbi mentali, ad esserne affetto, secondo lo studio, sarebbe circa il 5% della popolazione. Statistica di per sé preoccupante che sale a percentuali più alte alla variazione di differenti parametri (età, genere, residenza).

Articolo originale: http://goo.gl/gO9ca3

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

L’uso dello smartphone nella coppia: il Partner Pubbing

Il Partner Phone Snubbing è la tendenza a farsi distrarre dal cellulare mentre si è in compagnia del proprio partner e dimostra come lo smartphone ha un notevole impatto sulle nostre relazioni di coppia ma anche sul nostro benessere psicologico generale. I ricercatori della Baylor University hanno sviluppato una scala per misurare il livello di Pphubbing dimostrando come questa attitudine necessiti di una propria dignità a livello teorico e empirico.

Articolo originale: http://goo.gl/yvEoQ3

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa

Bambini e emozioni

Molto spesso è possibile notare come i bambini che ci circondano siano distratti e con “la testa fra le nuvole”. Ma a cosa pensano esattamente i bambini distratti? Cercano di capire le emozioni delle persone che li circondano, dei genitori, insegnanti e amici. In particolare, sono stati condotti due studi nell’ambito del progetto di ricerca Elefant – dall’abbreviazione inglese di “L’apprendimento emozionale è fantastico”- che hanno testato la conoscenza emozionale dei bambini.

Articolo originale: http://goo.gl/jp1PDW

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa

Disturbo da gioco d’azzardo e altre dipendenze comportamentali

Ormai non solo gli esperti di dipendenze patologiche ma tutta la popolazione riconosce che certi comportamenti senza sostanza (il gioco d’azzardo, lo shopping, l’uso di internet, giocare ai video-game, il sesso ed il cibo) richiamano gli effetti della dipendenza da alcol o da droghe.

Una recente pubblicazione della “Harward Review of Psychiatry” ha raccolto e sintetizzato i progressi fatti dalla ricerca nella comprensione delle dipendenze comportamentali. Crescenti evidenze hanno mostrato come tali comportamenti siano degni di considerazione, al pari delle tossicodipendenze, tanto che nel recente DSM-5 è stata introdotta la categoria diagnostica dei “Disturbi da Dipendenza e Correlati a Sostanza”. Di fatto però solo il Gioco d’Azzardo Patologico, ora Disturbo da Gioco d’Azzardo, è stato inserito in tale categoria. La review offre una disamina sulla sovrapposizione che intercorre tra le addiction da sostanza e da comportamento in merito alla loro fenomenologia, epidemiologia, comorbidità, meccanismi neurobiologici sottostanti, contributi genetici, risposte a trattamenti e le attività di prevenzione proposte. L’articolo descrive anche le differenze esistenti: riconoscere una definita dipendenza comportamentale con criteri opportuni è importante per aumentare la consapevolezza di tale disturbo e per promuovere adeguate strategie di prevenzione e di trattamento.

A tal proposito segnaliamo il seminario “Le dipendenze senza sostanze: il gioco e lo shopping compulsivo” organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Dinamica Breve IAF che si terrà il 6 novembre prossimo presso le Aule Didattiche-IAF Pescara c/o IBS Center in via Teramo 65 (angolo via De Gasperi) Pescara.

https://www.facebook.com/events/1056194864398861/

Articolo originale: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25747926

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Binge drinking: meccanismi neuronali

L’alcool che assumiamo risulta essere in grado di modificare, in maniera disadattiva, non solo la struttura ma anche la funzionalità di una specifica popolazione di neuroni localizzati in una determinata regione del cervello capace di regolare le nostre azioni dirette ad uno scopo. Queste modifiche sembrerebbero essere alla base del continuo consumo di bibite alcoliche.

Fonte: http://www.jneurosci.org/content/35/33/11634.abstract

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute

Esiste una dipendenza da Smartphone?

Vari studi e sondaggi certamente suggeriscono di sì. Secondo uno studio della Baylor University, tale “addiction” può essere tanto pericolosa quanto una dipendenza da droghe o da alcol.

Chi è dipendente dallo smartphone può provare sensazioni simili a quelle provocate da una tossicodipendenza. Per esempio, passare del tempo lontano dal telefono può far sentire ansiosi o far provare panico, come fosse una crisi di astinenza. La batteria scarica del cellulare può causare ansia e, talvolta, il caos più totale. Inoltre, alcuni utilizzatori di smartphone trovano che l’uso del cellulare può alleviare il proprio stato d’animo, e che per ottenere lo stesso livello di sollievo del primo utilizzo è progressivamente necessaria una maggiore quantità di tempo.
Così come alcuni tossicodipendenti sono così presi dal “craving” da mettere a dura prova la loro vita personale, sociale e professionale, ugualmente può accadere per i “drogati di smartphone”. Questi ultimi possono ignorare il lavoro, i bambini e altre responsabilità solo per soddisfare il continuo e irrefrenabile desiderio di controllare Facebook, inviare messaggini e postare foto.

Articolo originale: http://goo.gl/vddC2s
Altre fonti: http://goo.gl/Ywr20r

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Fumare cannabis in gravidanza influenza negativamente lo sviluppo del nascituro

La cannabis è la sostanza illecita più utilizzata in Occidente e vari studi riportano che numerose donne in età fertile, ovvero potenzialmente in attesa di un bimbo, ne fanno uso.

Le conseguenze che l’esposizione a questa sostanza può avere sul feto sono numerose e riguardano danni a livello del sistema nervoso centrale, modifiche alla struttura cerebrale, alterazioni cognitive, comportamentali e psichiatriche.

Fonte : http://goo.gl/DAqj8t

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute

 

 

Il ricordo oltre la memoria. La trasmissione del trauma a livello biologico.

Uno studio condotto dal Mount Sinai hospital di New York ha recentemente dimostrato come lo strazio dei lager nazisti abbia lasciato tracce nel patrimonio genetico delle vittime dell’Olocausto e delle loro generazioni successive, collegabili a deficit dell’attenzione, stress e depressione. In accordo con le teorie epigenetiche, un ruolo chiave nel definire le caratteristiche personali è, infatti, svolto da fattori esterni e ambientali, confermando sempre di più l’ipotesi che le esperienze di vita di un individuo possano trasmettersi alle generazioni future.

Articolo originale: http://goo.gl/2mH3wC

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa

Tutti a tavola! Il valore simbolico del pasto condiviso

In un momento storico caratterizzato dalla rapidità dei tempi e da una perenne frenesia, sempre meno spazio viene lasciato al momento del “pasto condiviso” che molto spesso viene sostituito da fast food o da pranzi consumati velocemente, lontani dalla tavola di casa. In realtà il cibo assume un grande valore simbolico: è il nutrimento del corpo e dell’anima e veicola lo scambio di emozioni. Se sottovalutato, invece, può essere una delle motivazioni scatenanti le patologie che riguardano il versante oro/alimentare, come per esempio l’obesità, l’anoressia nervosa, la bulimia, il disturbo da alimentazione incontrollata, ma anche il bullismo.

Articolo originale: http://goo.gl/WRXjLU

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa

Il Tetris contrasta le dipendenze

Novità dalla ricerca: giocare a Tetris per 3 minuti al giorno riduce il desiderio indotto dalle dipendenze da sostanza o da comportamento.
Lo studio, in pubblicazione sulla rivista scientifica “Addictive Behaviors”, dimostra che pochi minuti di gioco giornalieri sono sufficienti per ottenere una diminuzione del “craving” per il proprio oggetto di dipendenza. Tali dati si sono ripetuti per l’intero arco della ricerca.
Secondo i ricercatori, questa è la prima dimostrazione che l’interferenza cognitiva visiva può essere utilizzata nel campo delle dipendenze al fine di ridurre il desiderio incontrollato per le sostanze (alcool, nicotina, caffeina), cibi e bevande, e attività (sesso, esercizio fisico, gioco).
Attenzione però a non esagerare con il Tetris: sono sufficienti 3 minuti al giorno.

Articolo originale: http://goo.gl/B4eUi5

A cura di Dott. Antonello Palmitessa

Psicologo

Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF