Terremoto 24 agosto 2016 Centro Italia: l’appello di Acudipa

Il direttivo nazionale di Acudipa si stringe intorno alle popolazioni dell’Italia Centrale colpite dal terremoto, esprimendo profondo cordoglio, vicinanza umana e solidarietà.
Invitiamo tutti i nostri soci e simpatizzanti e, soprattutto quelli residenti nelle zone limitrofe all’area terremotata, a collaborare con le grandi organizzazioni di soccorso ed a sostenere i canali ufficiali dei soccorsi stessi che sono quelli diramati da Palazzo Chigi, con i numeri attivi 800840840 per contattare la Protezione Civile e 803555 per la sala operativa della Protezione Civile Lazio.
Inoltre è possibile inviare un SMS solidale al 45500, destinando 2 euro per i contributi alle popolazioni civili colpite.
Per il direttivo di Acudipa: il presidente Giuseppe Mammana e la responsabile della comunicazione Rosaria Orteca

Pornografia e sexting nelle relazioni dei Giovani: uno studio europeo

Le nuove tecnologie hanno reso la pornografia sempre più accessibile ai giovani e numerose evidenze hanno ormai individuato una correlazione tra la visualizzazione di materiale pornografico ed un comportamento violento nei giovani.

Un recente articolo pubblicato da Stanley e colleghi riporta i risultati di una vasta indagine condotta su 4.564 giovani di età compresa tra i 14 ei 17 in cinque paesi europei. I dati della ricerca mostrano il rapporto tra una visione costante di video pornografici online con la pratica di violenze, di abusi sessuali e di scambio di immagini o video a sfondo sessuale e messaggi sessualmente espliciti, noto come “sexting”. Il sondaggio dimostra che, sebbene sia una pratica normalizzata e percepita positivamente dalla maggior parte dei giovani, praticando il sexting i ragazzi riproducono i comportamenti sessisti tipici della pornografia come il controllo del partner e l’umiliazione di sé e dell’altro. Tuttavia la diffusione incontrollata di immagini sessualmente esplicite spesso si ritorce contro il ragazzo o la ragazza che la inviano; questi diventano quindi vittime di bullismo da parte dei compagni o di attenzioni da parte di adulti molestatori. Le conseguenze si traducono in bassa autostima, depressione, tentativi di suicidio.

Non è quindi una mera questione morale. Precedenti studi avevano già dimostrato che la fruizione di materiale pornografico riduce la soddisfazione derivante dai rapporti sessuali con il partner, incide sull’affettività e può indurre a dipendenza patologica. Una corretta educazione sessuale rientra dunque in più vasti temi come la costruzione del sé e l’educazione all’affettività.

 

Articolo originale: http://1.usa.gov/1UTWHJp

 

A cura del Dr. Palmitessa Antonello

Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Scarso autocontrollo e dipendenza da Facebook

Al giorno d’oggi, Facebook è diventato uno degli strumenti di comunicazione più popolari. Con la sua crescente popolarità, è apparso un nuovo fenomeno collegato ad un utilizzo intensivo, denominata “Facebook intrusion”.
Un recente studio di Király e colleghi, pubblicato su Addictive Behaviors, dimostra che un sistema di auto-controllo disfunzionale e insufficienti risorse di autoregolamentazione sono collegati alla dipendenza da Facebook.
Più in generale, chi è in grado di resistere agli impulsi o alle tentazioni, possiede più auto-disciplina e ha la capacità di non concentrarsi solo sulle emozioni negative ha meno probabilità di sviluppare una “Facebook addiction”.
I risultati ottenuti dalla ricerca saranno sicuramente utili come base per i programmi di prevenzione per le persone a rischio di Facebook dipendenza.
Riportiamo di seguito alcune domande tratte dal questionario BFAS (Bergen Facebook Addiction Scale) da autosomministrarsi per valutare l’entità della dipendenza.
Spendi un sacco di tempo per pensare a Facebook o per immaginare come usarlo?
Senti il bisogno di usare Facebook sempre di più?
Utilizzi Facebook per dimenticare i problemi personali?
Vorresti ridurre l’uso di Facebook ma non ci riesci?
Diventi irrequieto o turbato se non puoi o ti viene negato l’utilizzo di Facebook?
Usare Facebook così tanto ha avuto un impatto negativo sul tuo lavoro/studio?
Se leggendo il questionario precedente sorgono dubbi sul proprio comportamento, il nostro consiglio è contattare un esperto che possa fornire più informazioni e, nel caso, aiutare a trovare soluzioni adeguate.

Articolo originale: http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs11126-015-9403-1
Ulteriori fonti: http://www.medicalnewstoday.com/articles/245251.php

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Cannabis in adolescenza e deficit nella memoria episodica

La cannabis è la droga più comunemente utilizzata tra gli adolescenti e questo sembra essere la causa di deficit nella memoria episodica, ossia quel tipo di memoria associata ai nostri ricordi autobiografici. Inoltre è stato riscontrato che la cannabis influenza negativamente il volume e la forma dell’ippocampo nei soggetti che in età adolescenziale ne hanno fatto uso. Sulla base di queste ipotesi, il team guidato da Matthew J. Smith, ha realizzato uno studio per confermare quanto sopra esposto.

Fonte: http://goo.gl/jLeyxn

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute

Video Poker e dipendenza

Le macchinette dei video poker, anche se non elargiscono premi in denaro ma in buoni spendibili online, procurano dipendenza e sono illegali.

La sentenza n. 101 del 2016 della Corte di Cassazione non ne consente il pubblico utilizzo senza necessaria autorizzazione proprio perché “il fine di lucro che caratterizza il gioco illecito non deve necessariamente consistere in somme di denaro, essendo sufficiente che si tratti di un guadagno economicamente apprezzabile”. Resta il fatto che, autorizzazione o meno, il poker (reale o virtuale che sia) presenta “la componente ludica e aleatoria propria del gioco d’azzardo” e dunque può procurare dipendenza patologica.

Articolo originale: http://goo.gl/vgp10W
Sentenza n.101/16 http://goo.gl/G5btMp

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Workaholism: dipendere dal lavoro

Si può lavorare e pensare continuamente al proprio lavoro tanto da trascurare se stessi e i propri affetti? Wayne Edward Oates, medico e psicologo americano, coniò il termine “workaholism” nel 1971 quando si rese conto di aver proposto al figlio di chiedere un appuntamento alla sua segretaria per incontrarsi.

Con il termine “workaholic” viene indicato chi soffre di una dipendenza comportamentale caratterizzata dalla compulsione per il lavoro e da conflitti interpersonali. Una recente review (ottobre 2015) propone una sintesi della letteratura teorica ed empirica sull’argomento. Presenta inoltre i fattori di rischio individuali e socioculturali e le conseguenze negative del workaholism, ad esempio: problemi di depressione, burnout, salute cagionevole, insoddisfazione, problemi in famiglia e nelle relazioni sociali.
In caso di dubbio sulla propria o altrui dipendenza da lavoro, consigliamo due questionari da autosomministrarsi: il BWAS – Bergen Work Addiction Scale (Andreassen et al., 2012) oppure il WART – Work Addiction Risk Test (Robinson, 1989).

Articolo originale: http://goo.gl/e4SVcA

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

L’attivita’ fisica potrebbe ridurre la probabilita’ di sviluppare disturbi di alcool

Da un’indagine condotta su 5002 uomini e donne afro-americani è emerso che coloro che svolgono attività fisica hanno minor probabilità di sviluppare un disturbo da alcool. Dalla ricerca si è rilevato che le persone che non si impegnano per niente o occasionalmente in attività fisica, hanno tra l’84 e 88% in più di manifestare un abuso di alcool. Il dottore April Joy Damian, autore dello studio, afferma però che questa ricerca fornisce semplicemente uno spaccato della situazione in un certo momento del tempo, ma non si può dire che impegnarsi in attività fisiche impedisce lo sviluppo di abuso di alcool.

Fonte: http://www.stateofmind.it/2015/11/abuso-alcol-esercizio-fisico/

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute

Per quanto tempo riesci a non toccare il tuo cellulare?

In una candid camera girata recentemente ci si chiede quanto tempo le persone riescono ad astenersi dal prendere in mano il proprio cellulare per controllare chiamate e messaggi.

Il video, realizzato per conto di una nota marca di cellulari a scopo pubblicitario, fa notare quanto “sana” possa essere la relazione con il proprio smartphone. Un attore invita alcuni volontari a sedersi in una cabina isolata e poggiare le mani all’interno di sensori; infine pone tra le loro mani uno smartphone con lo schermo rivolto verso il basso. Chiusa la cabina, vengono inviati messaggi e chiamate al numero della persona sotto test. Dopo una manciata di secondi, tutti i volontari sollevano le mani dai sensori per consultare il cellulare.

Nonostante il video non abbia un intento di ricerca sulle dipendenze da smartphone, la reazione delle persone lascia da pensare. Per quanto tempo ognuno di noi riesce a star lontano dal proprio cellulare?

Video originale http://youtu.be/_qUZai-kGgA

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.

Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Il nuovo nelle dipendenze: non solo sostanze

L’ Ambulatorio GAP e per le Altre Dipendenze

Comportamentali: L’esperienza dell’asl Napoli 2 Nord

Giorgio Di Lauro°, Melania Di Marino*, Anna Grazia Mautone^, Fausta Nasti*, Isabella Francesca Parascandolo*, Maria Vassallo§ Serena Di Lauro
°Direttore Dipartimento Dipendenze Patologiche Asl Napoli 2 Nord
*Psicologa Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”
^Psicoterapeuta Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”
§Sociologa Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”

Riassunto

L’articolo vuole rappresentare l’esperienza di un ambulatorio dedicato alla diagnosi, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico e altre dipendenze comportamentali.

Tale rappresentazione è stata resa possibile dall’associazione tra caratteristiche sociodemografiche e i punteggi ottenuti con la somministrazione del SOGS (SOUTH OAKS GAMBLING SCREEN).

Premessa

L’Asl Napoli 2 Nord, in particolare il Dipartimento Dipendenze Patologiche, nel settembre 2012, al fine di assicurare piena tutela ai cittadini afferenti al territorio aziendale e regionale ha istituito un Servizio di prevenzione, accoglienza, cura e riabilitazione per Problematiche da Gioco d’Azzardo e altre Dipendenze Comportamentali.

Un ambulatorio specialistico, totalmente gratuito, dove gli utenti in difficoltà ed i loro familiari possono trovare una risposta appropriata alle molteplici domande. Consulenza, sostegno psicologico, psicoterapia, cure mediche, sostegno sociale ed educativo, supporto legale e finanziario, tutoraggio e ricostruzione del debito, informazioni e supporto al disbrigo delle pratiche per accedere all’amministrazione di sostegno, tutto nel rispetto della privacy.

Un equipe composta da una psicoterapeuta, una sociologa, tre psicologhe, due educatori, un consulente psichiatra e due consulenti legali, permette di avere un approccio multidisciplinare ed integrato alla cura del gioco d’azzardo ed altre dipendenze comportamentali.

Analisi dei dati

Dal mese di settembre 2012 al mese di settembre 2015 sono stati presi in carico complessivamente 240 utenti, di cui 203 gamblers e 37 altre dipendenze comportamentali (sex addiction, shopping compulsivo, internet addiction e dipendenze affettive).

È stata effettuata un’analisi su un campione di 167 gamblers ed è emerso il seguente quadro.

Tabella. Distribuzione delle caratteristiche dei soggetti (N=167)

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La tabella evidenzia una prevalenza di utenti maschi (92.8%), con una età media di 45 anni, per la maggior parte coniugati (65.3%) e con figli (67.7%). Il livello di istruzione è medio basso con un solo soggetto laureato, che potrebbe anche dipendere dal basso livello socio-economico generale dell’area in cui è posto il Servizio. Il livello di occupazione è nella maggior parte dei casi mantenuto (61.1%) con un livello di disoccupazione (27.7%) leggermente superiore al dato medio regionale (21.1%, anno 2015).

Tipologia di gioco

Di seguito vengono riportati i dati relativi al tipo di gioco, alla cifra massima giocata, alle relazioni messe in pericolo dall’attività di gioco e il punteggio totale, ottenuto grazie all’utilizzo dello strumento psicodiagnostico “SOGS” (SOUTH OAKS GAMBLING SCREEN).

Tabella. Distribuzione tipologia di gioco (N=167)

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L’utenza predilige le slot machine (83.8%), con una cifra massima in media giocata di 700 euro. Tuttavia alcuni giocatori riportano di aver effettuato giocate di oltre 10.000 euro.

La tipologia di relazioni messe in pericolo, a causa del Gioco d’Azzardo, sono quelle familiari (56.9%), mentre solo il 7.2% degli assistiti dichiara di non aver compromesso relazioni significative.

Confrontando i dati ottenuti sulla tipologia di gioco con i risultati dell’indagine del Dipartimento Politiche Antidroga- GPS- 2012 riguardanti il gioco inteso come intrattenimento nella popolazione generale adulta (18-64 anni) è possibile evidenziare sostanziali differenze tra gioco patologico e non.

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Mentre nella popolazione generale l’utilizzo delle slot-machine avviene solo nel 5.1 % dei casi (maschi), nei giocatori patologici del nostro campione questa percentuale sale addirittura al 83.8 %.

Tale dato, così lampante, trova spiegazione attraverso una valutazione neuropsicologica. Il funzionamento neuropsicologico dei giocatori patologici, come già descritto, è simile a quello di soggetti con disturbi da uso di sostanze con una conseguente compromissione dei processi decisionali.

Durante il gioco alle slot-machine le “sfiorate vincite” rafforzano il desiderio di giocare d’azzardo attraverso un coinvolgimento anomalo del circuito della ricompensa, nonostante l’oggettiva mancanza del rinforzo monetario in tali prove, le reazioni delle aree cerebrali sedi dell’apprendimento in corrispondenza di una vittoria o di una quasi – vincita alle slot machine sono pressoché uguali. Ciò sta a significare che la quasi – vincita, cioè quando la bobina si ferma di un solo scatto lontano dalla vincita, produce nei giocatori d’azzardo patologico la medesima attività sul sistema di gratificazione che produce un’effettiva vincita. Il gioco d’azzardo patologico, dunque, è legato alla perseverazione comportamentale allo stimolo (compulsione) e alla diminuita sensibilità a ricompense e punizioni.

Analisi punteggio SOGS

La tabella sottostante evidenzia che il punteggio ottenuto al SOGS è decisamente elevato, con il 50 % dei soggetti con un valore superiore o uguale a 13 e il 25% dei soggetti con un valore superiore o uguale a 15.

Il SOGS viene somministrato nelle primissime fasi di contatto con il Servizio, per tanto è evidente che l’accesso del soggetto avviene in una condizione già fortemente patologica.

Tabella. Distribuzione Punteggio SOGS (N=167)

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E’ stata effettuata inoltre un’analisi per evidenziare eventuali associazioni tra le caratteristiche dei soggetti e i punteggi ottenuti al SOGS.
L’associazione è stata testata utilizzando l’ANOVA e la regressione lineare. Sono stati considerati statisticamente significativi i valori di p inferiore a 0.050.
I risultati di questa analisi, ottenuti mediante l’utilizzo del software SPSS ver.14, sono stati riportati nella tabella e nel successivo grafico sottostante e indicano una associazione significativa tra il punteggio ottenuto al SOGS con il titolo di studio (p = 0.026) e con l’età (p =0.049). In particolare risultano avere punteggi SOGS più elevati i soggetti con titolo di studio più basso e maggiore età.
Non sono state evidenziate altre associazioni statisticamente significative.

Tabella. Distribuzione del punteggio SOGS per principali caratteristiche dei soggetti (N=167)

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I risultati ottenuti sono coerenti con quelli riportati in letteratura, in cui si rileva una associazione tra punteggio ottenuto al SOGS e stato socio economico di cui il titolo di studio può essere considerato proxi.

La correlazione positiva tra età e punteggio al SOGS mostra numerose evidenze in letteratura. Punteggi elevati in soggetti anziani indicherebbero il ricorso al gioco patologico come via di fuga dalla noia e da altri fattori stressanti o ancora rappresentano una evoluzione della patologia stessa.

Conclusioni

Le disposizione legislative introdotte in materia di GAP manifestano la consapevolezza, anche in ambito legislativo, che la dipendenza da gioco d’azzardo è una patologia che necessita di un intervento riabilitativo, che, data la diffusione sociale, non può esulare dalle prestazioni fornite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

L’Asl Napoli 2 Nord al fine di assicurare piena tutela agli utenti ha costituito un Servizio di Accoglienza, Cura e Riabilitazione per Problematiche da Gioco d’Azzardo (Servizio GAP), nell’ambito del Dipartimento di Dipendenza Patologiche presso i Comuni di Grumo Nevano e di Afragola della provincia di Napoli.

L’area geografica è caratterizzata da un maggiore tasso di disoccupazione e maggiore deprivazione sociale rispetto alla media nazionale. Tale dato dimostra quanto questi fattori di rischio, associati ad una predisposizione culturale al gioco, rendano necessarie maggiori attenzioni con servizi dedicati, oltre che un lavoro di sensibilizzazione rispetto al sommerso.

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http://www.stpauls.it/cisf/document.htm/

http://demo.istat.it/

Alterazioni genetiche in seguito ad assunzione di alcool in adolescenza

Disturbi psichiatrici e alterazioni comportamentali possono essere la triste conseguenza dell’assunzione di bevande alcoliche durante l’adolescenza. In questa fase della vita il cervello non ha ancora completato la maturazione cerebrale ragion per cui se viene esposto all’etanolo rischia di subire modifiche chimiche che possono, in un secondo momento, sfociare in disturbi in età adulta. Subhash Pandey, professore di psichiatria presso la University of Illinois at Chicago e collaboratori, hanno studiato tali effetti sui ratti.

Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25814047

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute