21 Novembre 2016

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Online addiction: dipendenza di serie B?

Internet è simile ad un parco giochi sempre più popolato da giocatori d’azzardo, giocatori, acquirenti e frequentatori di social network. La letteratura scientifica ha dimostrato che una parte di utenti presenta sintomi tradizionalmente associati alle dipendenze da sostanze: modifica dell’umore, tolleranza, conflitti interpersonali, craving, … Inoltre, è stato verificato che una combinazione di caratteristiche individuali, situazionali e strutturali è in grado di determinare se e in quale misura gli individui si impegnano nelle diverse attività online. Per esempio, si ritiene che l’accesso, la disponibilità e l’anonimità siano fattori critici che rendano internet un facilitatore per l’acquisizione, lo sviluppo ed il mantenimento di una “online addiction”.

Nonostante sia stato ampiamente dimostrato che un uso eccessivo di internet abbia effetti dannosi simili a comportamenti compulsivi e/o dipendenze più tradizionali, la ricerca è stata ostacolata dall’utilizzo di criteri incoerenti e non standardizzati per valutare e identificare un uso problematico o patologico e, talvolta, da gravi pregiudizi nel campionamento.

In conclusione, affinché si possano costruire teorie e modelli di intervento mirati al benessere e, nei casi di dipendenza patologica, al recovery, sono necessari studi clinici dedicati che descrivano le caratteristiche uniche ed i sintomi specifici dell’uso problematico di internet e dell’online addiction.

Articolo originale in stampa: Griffiths, M.D., Pontes, H.M. & Kuss, D.J. (2016). Online addictions: Conceptualizations, debates and controversies.

A cura del Dr. Palmitessa Antonello

Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

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