Per quanto tempo riesci a non toccare il tuo cellulare?

In una candid camera girata recentemente ci si chiede quanto tempo le persone riescono ad astenersi dal prendere in mano il proprio cellulare per controllare chiamate e messaggi.

Il video, realizzato per conto di una nota marca di cellulari a scopo pubblicitario, fa notare quanto “sana” possa essere la relazione con il proprio smartphone. Un attore invita alcuni volontari a sedersi in una cabina isolata e poggiare le mani all’interno di sensori; infine pone tra le loro mani uno smartphone con lo schermo rivolto verso il basso. Chiusa la cabina, vengono inviati messaggi e chiamate al numero della persona sotto test. Dopo una manciata di secondi, tutti i volontari sollevano le mani dai sensori per consultare il cellulare.

Nonostante il video non abbia un intento di ricerca sulle dipendenze da smartphone, la reazione delle persone lascia da pensare. Per quanto tempo ognuno di noi riesce a star lontano dal proprio cellulare?

Video originale http://youtu.be/_qUZai-kGgA

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.

Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

Il nuovo nelle dipendenze: non solo sostanze

L’ Ambulatorio GAP e per le Altre Dipendenze

Comportamentali: L’esperienza dell’asl Napoli 2 Nord

Giorgio Di Lauro°, Melania Di Marino*, Anna Grazia Mautone^, Fausta Nasti*, Isabella Francesca Parascandolo*, Maria Vassallo§ Serena Di Lauro
°Direttore Dipartimento Dipendenze Patologiche Asl Napoli 2 Nord
*Psicologa Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”
^Psicoterapeuta Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”
§Sociologa Ambulatorio “GAP e altre Dipendenze Comportamentali”

Riassunto

L’articolo vuole rappresentare l’esperienza di un ambulatorio dedicato alla diagnosi, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico e altre dipendenze comportamentali.

Tale rappresentazione è stata resa possibile dall’associazione tra caratteristiche sociodemografiche e i punteggi ottenuti con la somministrazione del SOGS (SOUTH OAKS GAMBLING SCREEN).

Premessa

L’Asl Napoli 2 Nord, in particolare il Dipartimento Dipendenze Patologiche, nel settembre 2012, al fine di assicurare piena tutela ai cittadini afferenti al territorio aziendale e regionale ha istituito un Servizio di prevenzione, accoglienza, cura e riabilitazione per Problematiche da Gioco d’Azzardo e altre Dipendenze Comportamentali.

Un ambulatorio specialistico, totalmente gratuito, dove gli utenti in difficoltà ed i loro familiari possono trovare una risposta appropriata alle molteplici domande. Consulenza, sostegno psicologico, psicoterapia, cure mediche, sostegno sociale ed educativo, supporto legale e finanziario, tutoraggio e ricostruzione del debito, informazioni e supporto al disbrigo delle pratiche per accedere all’amministrazione di sostegno, tutto nel rispetto della privacy.

Un equipe composta da una psicoterapeuta, una sociologa, tre psicologhe, due educatori, un consulente psichiatra e due consulenti legali, permette di avere un approccio multidisciplinare ed integrato alla cura del gioco d’azzardo ed altre dipendenze comportamentali.

Analisi dei dati

Dal mese di settembre 2012 al mese di settembre 2015 sono stati presi in carico complessivamente 240 utenti, di cui 203 gamblers e 37 altre dipendenze comportamentali (sex addiction, shopping compulsivo, internet addiction e dipendenze affettive).

È stata effettuata un’analisi su un campione di 167 gamblers ed è emerso il seguente quadro.

Tabella. Distribuzione delle caratteristiche dei soggetti (N=167)

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La tabella evidenzia una prevalenza di utenti maschi (92.8%), con una età media di 45 anni, per la maggior parte coniugati (65.3%) e con figli (67.7%). Il livello di istruzione è medio basso con un solo soggetto laureato, che potrebbe anche dipendere dal basso livello socio-economico generale dell’area in cui è posto il Servizio. Il livello di occupazione è nella maggior parte dei casi mantenuto (61.1%) con un livello di disoccupazione (27.7%) leggermente superiore al dato medio regionale (21.1%, anno 2015).

Tipologia di gioco

Di seguito vengono riportati i dati relativi al tipo di gioco, alla cifra massima giocata, alle relazioni messe in pericolo dall’attività di gioco e il punteggio totale, ottenuto grazie all’utilizzo dello strumento psicodiagnostico “SOGS” (SOUTH OAKS GAMBLING SCREEN).

Tabella. Distribuzione tipologia di gioco (N=167)

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L’utenza predilige le slot machine (83.8%), con una cifra massima in media giocata di 700 euro. Tuttavia alcuni giocatori riportano di aver effettuato giocate di oltre 10.000 euro.

La tipologia di relazioni messe in pericolo, a causa del Gioco d’Azzardo, sono quelle familiari (56.9%), mentre solo il 7.2% degli assistiti dichiara di non aver compromesso relazioni significative.

Confrontando i dati ottenuti sulla tipologia di gioco con i risultati dell’indagine del Dipartimento Politiche Antidroga- GPS- 2012 riguardanti il gioco inteso come intrattenimento nella popolazione generale adulta (18-64 anni) è possibile evidenziare sostanziali differenze tra gioco patologico e non.

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Mentre nella popolazione generale l’utilizzo delle slot-machine avviene solo nel 5.1 % dei casi (maschi), nei giocatori patologici del nostro campione questa percentuale sale addirittura al 83.8 %.

Tale dato, così lampante, trova spiegazione attraverso una valutazione neuropsicologica. Il funzionamento neuropsicologico dei giocatori patologici, come già descritto, è simile a quello di soggetti con disturbi da uso di sostanze con una conseguente compromissione dei processi decisionali.

Durante il gioco alle slot-machine le “sfiorate vincite” rafforzano il desiderio di giocare d’azzardo attraverso un coinvolgimento anomalo del circuito della ricompensa, nonostante l’oggettiva mancanza del rinforzo monetario in tali prove, le reazioni delle aree cerebrali sedi dell’apprendimento in corrispondenza di una vittoria o di una quasi – vincita alle slot machine sono pressoché uguali. Ciò sta a significare che la quasi – vincita, cioè quando la bobina si ferma di un solo scatto lontano dalla vincita, produce nei giocatori d’azzardo patologico la medesima attività sul sistema di gratificazione che produce un’effettiva vincita. Il gioco d’azzardo patologico, dunque, è legato alla perseverazione comportamentale allo stimolo (compulsione) e alla diminuita sensibilità a ricompense e punizioni.

Analisi punteggio SOGS

La tabella sottostante evidenzia che il punteggio ottenuto al SOGS è decisamente elevato, con il 50 % dei soggetti con un valore superiore o uguale a 13 e il 25% dei soggetti con un valore superiore o uguale a 15.

Il SOGS viene somministrato nelle primissime fasi di contatto con il Servizio, per tanto è evidente che l’accesso del soggetto avviene in una condizione già fortemente patologica.

Tabella. Distribuzione Punteggio SOGS (N=167)

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E’ stata effettuata inoltre un’analisi per evidenziare eventuali associazioni tra le caratteristiche dei soggetti e i punteggi ottenuti al SOGS.
L’associazione è stata testata utilizzando l’ANOVA e la regressione lineare. Sono stati considerati statisticamente significativi i valori di p inferiore a 0.050.
I risultati di questa analisi, ottenuti mediante l’utilizzo del software SPSS ver.14, sono stati riportati nella tabella e nel successivo grafico sottostante e indicano una associazione significativa tra il punteggio ottenuto al SOGS con il titolo di studio (p = 0.026) e con l’età (p =0.049). In particolare risultano avere punteggi SOGS più elevati i soggetti con titolo di studio più basso e maggiore età.
Non sono state evidenziate altre associazioni statisticamente significative.

Tabella. Distribuzione del punteggio SOGS per principali caratteristiche dei soggetti (N=167)

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I risultati ottenuti sono coerenti con quelli riportati in letteratura, in cui si rileva una associazione tra punteggio ottenuto al SOGS e stato socio economico di cui il titolo di studio può essere considerato proxi.

La correlazione positiva tra età e punteggio al SOGS mostra numerose evidenze in letteratura. Punteggi elevati in soggetti anziani indicherebbero il ricorso al gioco patologico come via di fuga dalla noia e da altri fattori stressanti o ancora rappresentano una evoluzione della patologia stessa.

Conclusioni

Le disposizione legislative introdotte in materia di GAP manifestano la consapevolezza, anche in ambito legislativo, che la dipendenza da gioco d’azzardo è una patologia che necessita di un intervento riabilitativo, che, data la diffusione sociale, non può esulare dalle prestazioni fornite dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

L’Asl Napoli 2 Nord al fine di assicurare piena tutela agli utenti ha costituito un Servizio di Accoglienza, Cura e Riabilitazione per Problematiche da Gioco d’Azzardo (Servizio GAP), nell’ambito del Dipartimento di Dipendenza Patologiche presso i Comuni di Grumo Nevano e di Afragola della provincia di Napoli.

L’area geografica è caratterizzata da un maggiore tasso di disoccupazione e maggiore deprivazione sociale rispetto alla media nazionale. Tale dato dimostra quanto questi fattori di rischio, associati ad una predisposizione culturale al gioco, rendano necessarie maggiori attenzioni con servizi dedicati, oltre che un lavoro di sensibilizzazione rispetto al sommerso.

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Sitografia

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http://www.stpauls.it/cisf/document.htm/

http://demo.istat.it/

Alterazioni genetiche in seguito ad assunzione di alcool in adolescenza

Disturbi psichiatrici e alterazioni comportamentali possono essere la triste conseguenza dell’assunzione di bevande alcoliche durante l’adolescenza. In questa fase della vita il cervello non ha ancora completato la maturazione cerebrale ragion per cui se viene esposto all’etanolo rischia di subire modifiche chimiche che possono, in un secondo momento, sfociare in disturbi in età adulta. Subhash Pandey, professore di psichiatria presso la University of Illinois at Chicago e collaboratori, hanno studiato tali effetti sui ratti.

Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25814047

A cura della Dott.ssa Maria Carmen D’Agostino

Psicologa

Laureata in psicologia clinica e della salute

Quanto è diffuso lo shopping compulsivo?

Una meta-analisi in corso di pubblicazione ha raccolto i dati provenienti da 40 ricerche condotte in 16 Paesi con un campione di 32mila volontari sul comportamento da acquisto complusivo. I risultati? Allarmanti.

Generalmente associato ai disturbi del controllo degli impulsi (Schreiber et al., 2011), lo shopping compulsivo è caratterizzato dal ripetersi di episodi nei quali la persona sperimenta un impulso irrefrenabile a fare acquisti che, seppur riconosciuti come inutili o eccessivi, non riescono ad essere evitati o tenuti sotto controllo. Il ripetersi degli episodi di acquisto compulsivo possono portare la persona a conseguenze dannose sul piano psicologico, finanziario, relazionale e lavorativo. Sebbene inserito solo recentemente dall’APA tra i disturbi mentali, ad esserne affetto, secondo lo studio, sarebbe circa il 5% della popolazione. Statistica di per sé preoccupante che sale a percentuali più alte alla variazione di differenti parametri (età, genere, residenza).

Articolo originale: http://goo.gl/gO9ca3

A cura del Dr. Antonello Palmitessa.
Psicologo. Psicoterapeuta Dinamico Breve in formazione presso IAF.

L’uso dello smartphone nella coppia: il Partner Pubbing

Il Partner Phone Snubbing è la tendenza a farsi distrarre dal cellulare mentre si è in compagnia del proprio partner e dimostra come lo smartphone ha un notevole impatto sulle nostre relazioni di coppia ma anche sul nostro benessere psicologico generale. I ricercatori della Baylor University hanno sviluppato una scala per misurare il livello di Pphubbing dimostrando come questa attitudine necessiti di una propria dignità a livello teorico e empirico.

Articolo originale: http://goo.gl/yvEoQ3

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa

Bambini e emozioni

Molto spesso è possibile notare come i bambini che ci circondano siano distratti e con “la testa fra le nuvole”. Ma a cosa pensano esattamente i bambini distratti? Cercano di capire le emozioni delle persone che li circondano, dei genitori, insegnanti e amici. In particolare, sono stati condotti due studi nell’ambito del progetto di ricerca Elefant – dall’abbreviazione inglese di “L’apprendimento emozionale è fantastico”- che hanno testato la conoscenza emozionale dei bambini.

Articolo originale: http://goo.gl/jp1PDW

A cura della Dott.ssa Melania Rita Difino

Psicologa